mercoledì 30 settembre 2015

Fantasmi: Il Wraith



A chi crede nello spiritismo sicuramente sarà noto che non esiste una sola tipologia di fantasmi, ma che questi si distinguono in varie categorie e di varie nature, quest'oggi parleremo dei Wraith.
Termine di origine scozzese, risale alla tradizione norrena, i wraith non sono altri che fantasmi cattivi che perseguitano e tormentano le persone ancora in vita.

Esistono però alcuni casi in cui un wraith nasce (per così dire) sotto sembianze specifiche divenendo ancora più pericoloso e più difficile da esorcizzare.
Questo tipo di wraith è il residuo emozionale di una giovane donna morta brutalmente poco prima del matrimonio, impazzita per il dolore e l'ira vaga nei centri rurali dove è stato seviziato il suo corpo o in cerca dell' amato traditore.
Hanno l'aspetto di una sposa cadaverica, il cui vestito è stato strappato e martoriato, la mascella spesso pende dal collo e dagli occhi mangiati dai vermi scendono lungo le guance dei solchi di sangue. Sono trattenute in questo mondo da un oggetto simbolico molto caro che ironicamente in vita aveva dato loro estrema felicità.
Dunque per questo si racconta fra i contadini che se si trova in mezzo a un campo una fede nuziale o in un velo strappato, non bisogna mai raccoglierli ma anzi è consigliabile scappare immediatamente da quel posto.  

martedì 22 settembre 2015

Pinocchio – Storia di un bambino



Mi sono imbattuta qualche giorno fa in questo fumetto nella Feltrinelli sotto casa mia. Il titolo e la conturbante copertina hanno attirato da subito la mia attenzione, così ho preso a sfogliarlo in modo da capire come fosse il tratto dell'autore (Francesco Ciampi in arte Ausonia).
Ciò che mi si è presentato dinanzi agli occhi è stato un capolavoro grafico nato dai toni più belli del macabro. Non ho potuto fare a meno di comprarlo e divorarlo nel giro di un'ora.

La storia classica tutti l'hanno sentita, Pinocchio nato dalla mente di Carlo Collodi ha da sempre ispirato le versioni più diverse e colorate, ma quella che mi sono trovata fra le mani non era semplicemente macabra e raccapricciante, ma era un tributo al grottesco nella sua forma più semplice e meravigliosa.
In un mondo rovesciato e abitato da soli burattini bugiardi si staglia in primo piano il processo di Pinocchio, un bambino nato dalla carne in putrefazione e impossessato da una coscienza in grado di dire sempre e solo la verità.

…in pochi giorni di vita ho conosciuto le percosse, lo stupro… e sono stato derubato. E’ molto per un bambino… mi creda.


Fra vicende immorali e retroscena sconvolgenti, che porteranno ogni amabile lettore del classico Pinocchio a chiudere di scatto le pagine del fumetto, vi troverete a viaggiare in un mondo troppo famigliare anche se abitato da burattini, poiché così simile a quello in cui oggi giorno siamo abituati a veder passarci dinanzi agli occhi.



In altre parole una storia da non perdere sia per gli amanti del grottesco, sia per quelli della letteratura e sia per coloro che sono sempre alla ricerca di fumetti in grado di entrarti sotto pelle!

domenica 20 settembre 2015

Lacrime


Leggere.

Trasparenti.

Come gocce di pioggia sul vetro di una finestra.

Lacrime scivolano piano sulle guance della fanciulla.

In piedi.

Il coltello.

Ancora stretto nel pugno.

La testa china un poco di lato.

Gli occhi chiusi.

Pensa al momento della fatale decisione.

Chi quel giorno la lama avrebbe assaporato?

La scelta fatta.

Pensa al vestito suo dorato.

E la lama che risoluta vi aveva affondato.

Spogliandola.

Tagliandola.

Una volta e un’altra ancora.

Apre gli occhi la fanciulla.

Davanti a lei il suo operato.

Il vestito tagliato.

Il corpo mutilato.

Nuove lacrime scivolano giù.

Sulle guance.

Come gocce sulla finestra.

Leggere.

Trasparenti.

Un nuovo pensiero in mente le viene.

E a denti stretti a voce lo esprime.

Cipolla dorata tu sia dannata!

Sabrina D. Camello

sabato 19 settembre 2015

Il funerale

Nel 1800 il funerale era considerato un evento sociale al pari di un ballo o una serata trascorsa a teatro ed era assolutamente vietato presentarvisi se non muniti di un biglietto d’invito. Allo stesso modo esisteva un biglietto in cui si richiedeva espressamente la non partecipazione agli estranei. Tutti coloro ricevano un biglietto d’invito erano tenuti a comunicare se avrebbe partecipato o meno, un po’ come si usa oggi con i matrimoni. Naturalmente il nero diventava il colore primario e le donne erano tenute a indossare abiti a collo alto, guanti e veli per nascondere il viso. Questo per quanto riguardava i party tenuti in onore della persona venuta a mancare. Erano regole queste che, però, non valevano per chi non apparteneva alla famiglia ma che comunque era tenuta a indossare un abito consono poiché bisognava, in società, fare sfoggio di buona eleganza e buona educazione. Per l’epoca venire meno a questi criteri era assolutamente impensabile.
Molte furono quindi le sartorie che si specializzarono esclusivamente nella realizzazione di vestiti e accessori per i funerali. C’è da dire che diversamente da oggi l’aspettativa di vita era molto più limitata e che quindi la morte non era un evento fuori dal comune. Ma se per le classi alte un funerale diventava un’occasione per fare sfoggio del proprio potere, per le classi basse il tutto era molto più sbrigativo. Si prendeva l’abito della domenica e lo si tingeva di nero e il funerale veniva svolto di domenica perché costava meno e non avrebbe tolto tempo al lavoro. Ovviamente per le donne di ceto basso era impensabile rimanere chiuse in casa per un intero anno come invece avveniva con le signore dei ceti più alti. Con il passare del tempo le signore potevano accorciare il velo e al finire del primo anno passare al mezzo lutto dove il nero poteva essere rallegrato dal grigio, dal viola e dal bianco e il velo poteva essere infine portato sollevato sopra la testa. Esistevano inoltre panetterie e pasticcerie specializzate nella produzione di biscotti funerari. Tali biscotti venivano consegnati avvolti in carta sigillata con ceralacca e con dentro un pensiero per il defunto. Sulla superficie potevano esserci decorazioni a forma di croci. Il sigillo veniva decorato con teschi e ossa incrociate.
Alla fine del funerale era cortese mandare un biglietto, una memorial card, a tutti coloro che avevano preso parte al rito.

giovedì 17 settembre 2015

Carmilla

Tra le donne vampiro la più famosa è certamente Carmilla, protagonista di un racconto scritto nel 1872 da Sheridan Le Fanu.


Laura, una ricca ragazza inglese, vive col padre in un castello della Stiria. Mentre si trova in giardino con le governanti, una carrozza esce di strada davanti al suo giardino. Ne escono una donna e sua figlia. Il padre di Laura accetta di ospitare la figlia mentre la madre ha urgenti faccende da sbrigare. Laura e la ragazzina, Carmilla, subito diventano amiche nonostante le sue strane abitudini: si sveglia molto tardi, odia i canti religiosi e somiglia molto a un dipinto di Mircalla, duchessa di Karnstein che secoli prima era stata padrona di quel castello.

Vespertilia - Un mistero della campagna romana (Anne Crawford)

Il giovane Marcello viene sedotto da una vampira tornata dall'antica Roma, Vespertilia.

“tutto l’orrore della natura di quell’essere era stato velato agli occhi dei romani con il termine greco ‘tes aimatopotidos’, la bevitrice di sangue … E Flavius – il suo amante – vix ipse sospes, lui stesso si salvò a stento da quell’abbraccio mortale, l’aveva seppellita qui, e aveva messo un sigillo sul suo sepolcro, confidando nel peso della pietra … per imprigionare per sempre il meraviglioso mostro che egli aveva amato”.

Marcello, un sedicente artista, invece era:

 
“era pallidissimo e si muoveva meccanicamente come un sonnambulo. Rimasi sconvolto nel vedere come fosse diventato incavato il suo volto: reggeva ancora in mano la candela accesa che proiettava cupe ombre sulle guance smunte e sugli occhi fissi che brillavano sinistramente e sembrava non vedessero nulla. Aveva le labbra completamente prive di colore e così ritratte che riuscii a vedere il bagliore dei suoi denti.”


lunedì 14 settembre 2015

Foto con il morto


Al giorno d'oggi troveremo raccapricciante e inquietante la pratica di farsi fotografare accanto a un morto, ma fino agli anni '40 del secolo scorso questa usanza era vista come qualcosa di normale, addirittura obbligatoria sotto un punto di vista morale se facciamo un passo indietro fino al 1800.
Infatti nel bel mezzo del XIX secolo, quando venne scoperta la macchina fotografica anche le persone comuni poterono così ottenere un ultimo ricordo della persona da loro amata, poiché prima di allora solo i ricchi e i nobili avevano il privilegio di commissionare un ritratto post-mortem da un pittore.
Per quanto attualmente possa risultare strano questo era uno dei modi più veloci di elaborare il lutto di un caro scomparso, e molto spesso nel caso dei bambini defunti era l'unica occasione per i genitori di avere una foto del proprio figlioletto mai cresciuto.

Questo portò a voler immortalare su pellicola la persona cara come se fosse ancora viva, come se stesse nel bel mezzo di una scena di vita quotidiana, ragione per cui molte fotografie post-mortem raffigurano il defunto insieme ai parenti o amici in situazioni del tutto naturali accompagnati dai propri oggetti più cari, ad esempio giocattoli e animali domestici .
Spesso guardando queste foto si ha il dubbio di chi sia la persona morta fra quelle vive

Gli studi fotografici si operavano a sfruttare ogni tecnica e ogni strategia perché ciò avvenisse, sostegni metallici e ceroni pesanti erano le più votate, ma nel caso di uno stadio avanzato di decomposizione ricorrevano anche alla pittura degli occhi.
Altre strategie meno sofisticate erano quelle di emulare il sonno, non è raro trovare molteplici foto di bambini addormentati nelle loro culle, dal momento che nell'età vittoriana ci fu un elevato numero di mortalità infantile.  

domenica 13 settembre 2015

L' Antipatia

Plinio
Gli astrologi pretendono che tal sentimento di repulsione verso cose o persone sia prodotto dagli astri. Così due persone nate sotto lo stesso segno nutriranno il desiderio reciprogo di avvicinarsi, e si ameranno senza sapere perché. Mentre altre si odieranno senza motivo perché nate sotto opposte congiunzioni.
Ma come spiegheranno allora le antipatie che grandi uomini hanno manifestato per le cose più comuni? Se ne citano in gran numero e ttute assolutamente incomprensibili. 
  • La Mothe-le-Vayes non poteva sopportare il suono di alcuno strumento, ma traeva raffinato godimento dal fragore del tuono. 
  • Cesare rabbrividiva al canto del gallo.
  • Il cancelliere Bacone cadeva in deliquio a ogni eclissi di luna.
  • Maria de' Medici non poteva sopportare la vista di una rosa, sia puren dipinta, e amava tutti gli altri fiori.
  • Enrico di Cardonne provava la stessa avversione ed era colto da sincope al solo sentir l'odore di una rosa.
  • Il maresciallo d'Albret si sentiva male se durante un pasto veniva servito un cinghialetto o un maialino da latte.
  • Enrico III non poteva restar solo in uan camera dove c'era un gatto.
  • Il maresciallo Schonberg aveva la stessa debolezza.
  • Ladislao, re di Polonia, si turbava e fuggiva quando vedeva delle mele.
  • Scaligero fremeva in presenza del crescione.
    Erasmo non poteva odorare del pesce senza esser colto da febbre.
  • Tycho-Brahe sveniva incontrando una lepre o una volpe.
  • Il duca d'Espernon faceva lo spesso se vedeva un leprotto.
  • Cardano non sopportava le uova.
  • L'Ariosto i bagni.
  • I figli di Crasso, il pane.
Si scoprono spesso le cause di tali antipatie nelle prime sensazioni dell'infanzia. Una signora
cui piacevano moltissimo quadri e incisioni, sveniva se ne trovava in un libro; ne spiegò la ragione: nella prima infanzia, fu sorpresa dal padre mentre assfogliava alcuni libri della biblioteca alla ricerca di illustrazioni. Il genitore le strappò il libro di mano dicendo con voce terribile che c'era il diavolo pronto a strangolarla in quel volume. Tali assurde minacce, abituali in certi genitori, producono semrpe effetti funesti, spesso indelebili.
 Plinio assicura esservi una tale antipatia tra il cavallo e il lupo che se il primo passa dov'è passato il secondo, è preso da un intorpidimento alle gambe tale da non riuscire a proseguire.
In America il cavallo avverte l'odore della tigre e si rifiuta ostinatamente di attraversare una foresta in cui avverta la presenza del nemico.
Anche i cani sentono molto  bene i lupi coi quali non simpatizzano affatto. E sarebbe forse più saggio da parte nostra dare più credito, fino a un certo punto, alle sensazioni di antipatia e simpatia istintiva che proviamo davanti a estranei:L anche gli uomini sono dotati di istinti, dominati a proposito o meno dalla ragione.

Anno climaterico

Il pregiudizio degli anni climaterici resiste sempre, ancorché se ne sia quasi dimostrata l'assurdità. Augusto scriveva al nipote Caio sollecitandolo a celebrare il suo anniversario, in occasione del sessantatreesimo anno, corrispondente al fatalee  terribile climaterico.
Sono in molti a temere ancora l'anno climaterico; e tuttavia una massa di tali provano che nel 63 anno non muoiono più uomini di quanti ne muoiano negli anni precedenti. Ma è difficile far morire un pregiudizio. 
Secondo tali idee, che Pitagora suscitò con le sue curiose fantasie sui numeri, il nostro carattere subisce una totale rivoluzione ogni sette anni.
Alcuni arrivano ad affermare che si rinnova completamente. Altri asseriscono, invece, che il rinnovamento si effettua solo ogni nove anni; sicché i climateri si possono contare per nove o sette anni.
I quarantanove e gli ottantuno anni sono molto importanti, sentenziano i partigiani di questa
dottrina; ma l'annata più   fatale è la 63esima, perché è il prodotto di 7x9. 
Diceva un Normanno:

«Ancora uno dei miei impiccato a quarantanove anni! E poi si dice che non bisogna diffidare degli anni climaterici!»
Non si deve, tuttavia, andar troppo oltre - dice M. Salgues - nel disprezzo del periodo settenale che scandisce in verità il progresso dello sviluppo e della crescita del corpo umano.
Così, generalmente, i denti da latte cadono a sette anni, la pubertà si manifesta a quattordici, er il corpo cessa di crescere a ventuno. 

Anguilla

pescatori di anguille
I libri magici segreti attribuiscono all'anguilla sorprendenti virtù.
Se la si lascia morire fuori dall'acqua, la si immerge quindi in aceto fortissimo mescolato a sangue di avvoltoio e, infine, si ricopre il tutto con del letame, tale preparato:

«Farà resuscitare tutto ciò che sarà presentato, rendendogli la vita come prima»

Corna

Il diavolo caprone
Le corna sono un attributo demoniaco, dato che tutti i demoni ne sono forniti (secondo certe fonti, possono perderle se vengono "degradati"), le corna sono diventate uno dei simboli del diavolo. Il diavolo ha le corna perché assimilato alla figura del caprone.
Ma sono anche una caratteristiche del deforme e del mostro. Dice Collin de Plancy:
"Furono veduti bambini ornati di corna"
E Bertholin cita un religioso del monastero di san Giustino il quale ne aveva due sulla testa. Un uomo dotato di corna dovrebbe essere stato scoperto nelle foreste del Maine.
Michelangelo: Mosé con le corna
Inviato al re francese Enrico IV, venne esibito per qualche tempo come fenomeno da baraccone.
 Nel suo Degli errori e dei Pregiudizi, Salguaes ricorda che nel 1699 additavasi a Parigi un francese, per nome Trouillon, la cui fronte era armata di un corno d'ariete.
Può essere infine curioso ricordare che alcuni artisti medievali e del primo Rinascimento hanno raffigurato Mosé con le corna. Questo per un errore di traduzione della Vulgata, la versione della Bibbia fatta da Gerolamo, tra il 348 e il 405, che lo definiva "cornuto", mentre la parola ebraica qren significa csia "corno" che "raggio". Mosé dunque avrebbe dovuto essere raffigurato radioso. 

Il serpente

Il serpente è la forma scelta dal diavolo per tentare Eva nel Paradiso terrestre.
"Era il più astuto di tutti gli animali creati da Dio" /Genesi 3,1
ed era talvolta rappresentato simile a una lucertola con quattro zampe, dato che solo in un secondo momento verrà maledetto dal Signore e condannato a strisciare sul ventre e a mangiare la polvere.
Secondo alcuni demonografi, il serpente sarebbe stato il vero iniziatore dell'umanità che, senza di lui, avrebbe continuato a essere sempre impacciata dalle limitazioni poste dal Creatore

Michelangelo
 

666 - sei sei sei

Poiché nell'Apocalisse si legge che il numero dell'Anticristo sarà il 666, c'è una setta religiosa nord-americana che da tempo combatte questo numero in ogni sua manifestazione. Tra l'altro se l'è presa più volte con il grattacielo della Warner Bros., il quale sorge al numero 666 della 5th Avenue di New York e porta sulla sommità un gigantesco "666" luminoso. 
Ma, come ricorda Alfredo Castelli nella sua Enciclopedia dei Misteri, il suo bersaglio favorito è la Procter & Gamble, una famosa azienda chimica: capovolgendo il suo marchio di fabbrica -un uomo barbuto contornato da tredici stelle -è possibile scorgere tre peli della barba arricciati che somigliano a un "666".
Intorno al 1980 cominciò a circolare la voce che il 10% dei profitti della Procter & Gamble
veniva versato alla chiesa satanica, la quale, grazie all'interessamento personale del maligno, le garantiva in cambio successo commerciale.
Nel 1984 i dirigenti della società, esasperati dalle continue minacce, cambiarono il marchio.

Rospo

Il rospo gioca un ruolo importante nella stregoneria. Le streghe lo amano e lo vezzeggiano. Il diavolo battezza i rospi al Sabba.
Janette Abadie ed altre donne hanno rivelato di aver visto dei rospi vestiti di velluto rosso ed altri di velluto nero; portavano un sonaglio al collo e un altro alla zampa posteriore. Si può ridere di queste cose, oggi ma nel secolo XVI erano cose serie e non si capisce perché.
Il popolo è persuaso, dice M. Salgues, che il rospo ha la facoltà di far svenire chi lo guarda fissamente e tale asserzione è confermata da un certo abate Rousseau che ha pubblicato nel secolo scorso alcune osservazioni di storia naturale.
Eliano, Dioscoride, Nicandro, Ezio, Gesner sono tutti d'accordo nell'affermare che il fiato del rospo è mortale e infetta i luoghi.

Le streghe vi sono rappresentate in abiti contadini, 
nell'atto di svestirsi per poi ungersi, onde recarsi in volo al Sabba.


La corte infernale

Wierus ed altri demonologhi, dotati di profonda conoscenza dei luoghi infernali, hanno scoperto che vi sono là dei principi, dei nobili, degli ufficiali ecc.
Sono persino riusciti a contare il numero dei demoni e a stabilirne l'impiego, la dignità e la potenza.
Secondo quanto riferiscono, Satana non è più il sovrano dell'inferno: Belzebù regna al suo posto. Ma ecco l'organizzazione attuale del governo infernale:

Principi e grandi dignitari:
Belzebù, capo supremo dell'impero infernale, fondatore dell'ordine della Mosca. 
Satana, capo del partito di opposizione.
Eurinome, principe della morte, gran croce dell'ordine della Mosca.
Moloch, principe del paese delle lacrime, gran croce dell'ordine.
Plutone, principe del fuoco.
Leonardo, gran maestro dei Sabba, cavaliere della Mosca. 
Baalberith, cerrimoniere delle alleanze.
Proserpina, arcidiavolessa, principessa suprema degli spiriti maligni.

Ministeri:
Adramelek, gran cancelliere, gran groce dell'ordine della Mosca.
Astarotte, gran tesoriere.
Nergal, capo della polizia segreta.
Baal, comandate in capo delle armate infernali, gran croce della Mosca.
Leviatano, grand'ammiraglio, cavaliere della Mosca.

 Ambasciatori:
Belfagor, ambiasciatore in Francia.
Mammone, ambiasciatore in Inghilterra.
Belial, ambiasciatore in Turchia.
Rimmon, ambiasciatore in Russia.
Tamuz, ambiasciatore in Spagna.
Uggino, ambiasciatore in Italia.
Martinetto, ambasciatore in Svizzera.

Giustizia:
Lucifero, gran giustiziere.
Alastor, boia di Stato.

Casa dei principi:
Verdelet, maestro delle cerrimonie.
Succor Benoth, capo degli eunuchi.
Chamos, gran ciambellano.
Melchom, ufficiale, pagatore.
Nisroch, capo della cucina.
Behemoth, gran coppiere.
Dagon, gran panettiere.
Mullin, primo cameriere.

Divertimenti: 
Kobal, direttore degli spettacoli.
Asmodeo, sopraintendente delle case da gioco.
Nibbas, gran coreografo.
Anticristo, prestigiatore e negromante.



 

Lo sperma e il diavolo

"Nel Medioevo fino al tardo XVII secolo - come scrive Izzi, - troviamo la credenza che il diavolo possa trasformarsi in una leggiadra fanciulla (succubus), copulare con un uomo e trattenerne lo sperma. Poi diventare un uomo (incubus) e ingravidare una donna. Il tempo che trascorre necessariamente tra queste due operazioni spiega perché lo sperma del diavolo sia gelato, come leggiamo in tutti i più importanti trattati di demonologia, e come risultava dalle testimonianze concordi delle streghe".

Samael o Sammael

Principe dei demoni. Secondo l'ebraismo è l'incarnazione di Satana nel serpente che tentò Eva nel Paradiso Terrestre. Trasformatosi in una goccia di miele, riuscì a salire sull'Arca di Noè, seducendo la nuora e infrangendo così il divieto di non fornicare.
Scoperto, cercò di incoraggiare una ribellione degli animali, nella quale lo seguirono soltanto il corvo e il cane.
Secondo un'altra tradizione ebraica sarebbe stato anche lo sposo di Lilith.
Di solito viene raffigurato come un serpente dotato di manie  zampe, con una testa di forma umana. Sarebbe stato il più importante degli angeli, e come tale, possedeva un numero doppio di ali. Alcuni lo identificano con l'angelo della morte, e perciò è rappresentato anche con in uan mano una spada oppure con arco e frecce.

Gallina Nera

É sacrificando una gallina nera a mezzanotte in un quadrivio deserto che si impegna il diavolo a venire a fare il patto.
Bisogna pronunciare uno scongiuro, non voltarsi affatto, fare un buco per terra, spandervi il sangue della gallina e sotterrarvela. Il giorno stesso, ma di solito nove giorni dopo, il diavolo verrà e darà del danaro; oppure farà dono al sacrificatore di un'altra gallina nera che è una gallina dalle uova d'oro. 

I dotti ritengono che quelle speciali galline donate dal diavolo siano in realtà dei demoni. 
L'ebreo Samuel Bernard, banchiere alla corte di Francia, morto a novanta anni nel 1739, e di cui si vedeva il palazzo a Parigi, in piazza delle Vittorie, si dice possedesse una gallina dalle uova d'oro da lui circondata delle più grandi cure; morì pochi giorni dopo la sua gallina lasciando trentatré milioni di franchi d'oro.

Basilisco

Piccolo serpente lungo mezzo metro, conosciuto solo dagli antichi. Aveva due spironi, testa a
cresta di gallo, ali e una normale coda di serpente. Taluni dicono che nasce dall'uovo di una gallina covato da un serpente e da un rospo. Boguet, al capitolo XIV dei suoi Discorsi sugli stregoni, lo fa derivare dall'accoppiamento del rospo col gallo, come il mulo nasce da un asino e da una giumenta.
É ancora opinione diffusa nelle campagne che i vecchi galli fanno unn uovo dal quale nascerà un serpente; ora tutti sanno che quel piccolo uovo imperfetto non è che l'effetto di una malattia delle galine e che l'assurdità di quelle storie impossibile non ha bisogno di essere dimostrata.
É probabile che gli antichi nelle loro esperienze, abbiano preso delle uova di serpente per uova di gallo.
Come che sia si ritiene che il basilisco possa uccidere con lo sguardo; e si cita non so quale storico che racconta come Alessandro il Grande, avendo posto in assedio una città dell'Asia, un basilisco, dichiaratosi solidale con gli assediati, si piazzò in una cavità dei bastioni e gli uccise fino a duecneto soldati al giorno. Una batteria di cannoni non avrebbe potuto far di meglio.
M. Salgues dice:
«É vero che il basilisco può darci la morte, noi possiamo rendergli la pariglia presentandogli la faccia lucida di uno specchio: i vapori avvelenati che lancia dagli occhi andranno a colpire lo specchio e, per riflessione, gli rinvieranno la morte che voleva dare. É Aristotele che ci insegna questa particolarità.»

Dei sapiendi hanno guardato in faccia il serpente che oggi viene chiamato basilisco, e che non
ha gli accessori di cui lo avevano abbellito gli antichi; malgrado tutte quelle vecchie storie, sono usciti dall'esperienza in ottima salute. Ma, come abbiamo detto, il rettile al quale i moderni danno il nome di basilisco, senza alcun dubbio, non è il basilisco degli antichi; poichè vi sono delle razze estinte.

Invisibilità - come rendersi invisibili -

Per rendersi invisibili basta portare sotto braccio il cuore di un pipistrello, o quello di una gallina nera, o di una rana.
O ancora, come prescrivono i libri di magia, rubando un gatto nero, comprando un orcio nuovo, uno specchio, un accendino, una pietra d'agata, del carbone e dell'esca, e avendo cura di andare ad attingere dell'acqua a una fontana a mezzanotte precisa; dopo di che accenderete il fuoco, metterete il gatto nell'orcio che terrete coperto con la mano sinistra senza muovervi nè voltarvi indietro, qualunque cosa accada; fatto bollire il gattoi per ventiquattro ore, sempre senza muovervi e voltarvi indietro, versatelo in un piatto nuovo e staccatene la carne gettandola sopra la spalla sinistra, pronunciando le seguenti parole:


Acciupe quod tibi do et nichil amplius.



Metterete quindi una dopo l'altra le ossa sotto i denti, dalla parte sinistra, guardandovi nello spechio; e se l'osso che state maneggiando non risulta esseren quello buono, gettatelo via, dicendo le stesse parole sinché non capiterà quello giusto.
Appena non vi vedrete più nello specchio andatevene, cammiando all'indietro.

Elisir - Elisir di lunga vita

Secondo Trevisan, l'elisir di lunga vita non è altro che la riduzione della pietra filosofale in acqua mercuriale.
É detto anche oro potabile. Guarisce da tutte le malattie e prolunga la vita molto al di là dei limiti ordinari.
L'elisir perfetto al rosso trasforma il rame, il piombo, il ferro e ttuti gli altri metalli in oro più puro di quello delle miniere.
L'elisir perfetto al bianco, noto anche come olio di talco, trasforma

tutti i metalli in argento finissimo.

Ecco la ricetta di un altro elisir di lunga vita:
  • Prendete otto libbre di succo mercuriale;
  • due libbre di succo di borraccina, foglie e steli;
  • dodici libbre di miele di Narbona o altro, ma che sia il migliore del paese;
  • mettete il tutto a bollire per farne un decotto;
  • filtrate.
  • Intanto, a parte, avrete messo a macerare per 24 ore, su ceneri calde, quattro once di radici di genziana tagliate a pezzi in tre tazzine di vino bianco con una tela senza spremere e versate l'infuso nel brodo di miele, mettendo il tutto a bollire dolcemente finché prenda consistenza di sciroppo.
  • Fate raffreddare in una terrina smaltata e conservate in bottiglie in ambiente a temperatura normale, prenendone un cucchiaino al giorno.
Questo sciroppo prolunga la vita, ristabilisce la salute contro ogni specie di malattia, anche la
gotta; dissipa le infiammazioni intestinali; e quand'anche non vi fosse rimasto che un pezzettino di polmone sano, manterrebbe il buono e ristabilirebbe il cattivo.
Questo segreto è stato confidato da un povero contadino a colui che Carlo V nominò comandante dell'armata di Barbaria. Il povero contandino aveva allora centotrentadue anni e godeva di ottima salute, così come molti altri vecchi del vicinato.

Oomanzia o Ovomanzia

Divinazione mediante le uova. 
Suidras racconta che è stata inventata da Orfeo. Come che sia, è molto antica e descritta nel libro di magia. Dice per l'appunto: 
L'operazione dell'uovo è per sapere quello che deve accadere a quallcuno che è presente all'operazione. Si prende un uovo e si estrae il ferme: bisogna avere un gran bicchiere molto sottile e ben pulito, riempirlo di acqua chiara e mettervi il germe dell'uovo: si mette questo bicchiere al sole di mezziogiorno d'estate, recitando orazioni e scongiuri, e con il dito si agita l'acqua del bicchiere per far girare il germe; si lascia quindi riposare un poco, guardando senza toccare; vi si vedrà ciò che è in rapporto a colui o a colei per la guale si fa l'operazione; bisogna cercare che sia un giorno feriale, poiché allora gli oggetti si presentano nelle loro occupazioni normali.



Mano di Gloria

  • Ciò che gli stregoni chiamano MANO DI GLORIA è la mano di un impiccato, o un dito di un bambino morto, che si prepara nel modo seguente:
      Mano di Gloria esposta al museo De Benedettis a Lucca.
    • si avviluppa in un pezzo di lenzuolo mortuario, spremendola bene per farle secernere quel po' di sangue che vi fosse rimasto;
  • poi la si mette in un vaso di terra, con sale, salnitro, cannella e pepe lungo, il tutto ben polverizzato.
  • La si lascia nel vaso per quindici giorni, dopo di che la si espone a un gran sole canicolare fino a che sia perfettamente seccata; se il sole non bastasse, meglio metterla in un forno riscaldato con felci e verbena.
Quindi si confeziona una specie di candela con grasso di impiccato, cera vergine e sesamo di  Lapponia.
e si usa la mano di gloria per sostenere, come un candeliere, questa magica candela accesa.

Ovunque ci si presenti con tale funesto strumento, la gente rersterà immobilizzata come
Mano di Gloria in Harry
Potter e la camera
dei segreti e in Harry
Potter e il principe
mezzosangue.
morta. Aveva anche il potere di aprire le porte sia materialmente che spiritualmente.
In passato si diceva venisse usata da ladri e banditi per immobilizzare le proprie vittime.
Le candele non possono essere spente con acqua o dita, ma solo col sangue.

  • John Dee, alchimista vissuto tra il 1527 e il 1608, creò la più potente mano di gloria chiamata Sigillum Emeth ma si trattava di un sigillo angelico che probabilmente, non aveva niente a che vedere con la Mano di Gloria tradizionale.
  • Edward Kelley, alchimista vissuto tra il 1555 e il 1597) possedeva una Mano di Gloria ottenuta dall'angelo Ulliel per poter comunciare con l'aldilò.



Mano ~ Lettura della Mano ( chiromanzia)

Vi sono nella mano molte parti che è importante distinguere: il palmo, o interno della mano; il pugno o esterno della mano quando è chiusa; le dita, le unghie, le giunture, le linee e i monti.
Una mano ha quindici giunture: tre al mignolo, tre all'anulare, tre al medio, tre all'indice, due al pollice e una tra la mano e il braccio. Vi sono sette sporgenze o monti, che portano i nomi dei sette pianeti. Vi sono, infine, quattro linee principali.
  • La linea della vita, che è la più importante, comincia nell'alto della mano tra il pollice e l'indice e si prolunga sotto la radice del pollice fino al centro della giuntura che separa la mano dal braccio;
  • la linea della salute o dello spiriuto, che ha la stessa origine dell'altra, tra il pollice e l'indice, taglia la mano in due e finisce in un mezzo alla base della mano, tra la giuntura del polso e l'origine del mignolo;
  • la linea della fortuna o felicità, che comincia alla radice dlel'indice e finisce sotto la base della mano al di qua della radice del mignolo;
  • infine la linea della giuntura, che è la meno importante, si trova sotto il braccio, nel passaggio tra braccio e la mano; è più una piega che una linea.
    • Si nota una quinta linea che non è presente in tutte le mani: è detta Linea del Triangolo perché, cominciando dal centro della giuntura, sotto la radice del police, finisce sotto la radice del mignolo.

Per la chiromanzia si usa sempre la mano sinistra perché la più pura e meno esposta a traumi. Si prende dunque la mano sinistra accertandosi che sia riposata, un po' fresca e senza alcuna agitazione, per poter giudicare correttamente il colore delle linee e la forma dei segni.
Già la forma della mano può suggerire un'idea, se non del destino futuro della persona, almeno del suo carattere naturale e del suo spirito. In generale una mano grossa rivela uno spirito otuso, a meno che le dita non siano lunghe e un po' snodate. Una mano grassoccia, con dita terminanti a fuso, non annuncia uno spirito molto acuto. 
Le dita che rientrano profondamente nella mano sono il segno inequivocabile di uno spirito lento, talvolta di una naturale tendenza alla furberia. Le dita che si sollevano al di sopra della mano accusano qualità contrarie. Le dita più grosse alla giuntura di mezzo che alla radice non annunciano niente di buono.
Una mano larga è meglio di una mano troppo stretta. Perché una mano sia bella è necessario che misuri in larghezza quanto il dito medio. Se la linea della giuntura, che a volte è doppia, è ben marcata e colorata, annuncia un felice temperamento. Se la giuntura presenta quattro linee visibili, uguali e dritte ci si può attendere degli onori, delle dignità e delle ricche successioni. Se è intersecata da tre lineette perpendicolari o segnata da alcuni punti ben visibili è indice certo che si sarà traditi. Le linee che partono dalla giuntura e si perdono lungo il braccio annunciano che si sarà esiliati. Se invece quelle linee vanno a perdersi nella mano, predicono lunghi viaggi per terra e per mare. Una donna che porta la figura di una croce sulla linea della giuntura è casta, dolce, piena di dignità e di saggezza: farà la felicità del suo sposo.
Se la linea della vita, o linea del cuore, è lunga e marcata, uguale, vivamente colorata, presagisce una vita esente da malanni e una bella vecchiaia. Se, invece, è senza colore, tortuosa, corta, poco evidente, intersecata da piccole linee trasversali, prelude a una vita corta, con salute cagionevole. Se questa linea è stretta. ma lunga e ben colorata, indica la saggezza e uno spirito ingegnoso. Se è larga e pallida, a volte è il segno della stupidità. Se è profonda e di ineguale colore, denota malizia, verbosità,  gelosia e presunzione. Allorché alla sua origine, tra il pollice e l'indice, la linea della
vita si divide in due in modo da formare una forca, rivela l'incostanza. Se è tagliata verso la metà da due lineette trasversali ben evidenti è il segno di una morte prossima. Se la linea della vita è circondata da piccole rughe che danno l'aspetto di un ramo carico di rametti, purché le rughe siano orientate verso l'alto della mano, si ha il presagio di grande ricchezza. Se invece le rughe sono orientate in basso annunciano la poverà. Ogni interruzione, spezzamento della linea della vita annuncia una malattia.

La linea della salute e dello spirito è anche chiamata linea di mezzo
. Quando è dritta, ben marcata, d'un colore naturale, annuncia salute e intelligenza, giudizio, memoria e intuizione.

Se è lunga, si godrà di una perfett asalute. Se è così corta da non raggiungere la metà della mano, denota timidezza, debolezza e avarizia. Se la linea della salute è tortuosa, rivela il gusto del furto; se invece è dritta è il segno di una coscienza pura e di un cuore giusto. Se si interrompe nel mezzo perr formare un semicircolo, è il presagio che si sarà esposti a grandi pericoli con le bestie feroci.

La linea della fortuna o della felicit
à, come si è detto, comincia sotto la radice dell'indice e termina alla base della mano al din qua della radice del mignolo. Se la linea della fortuna è costante, dritta, abbastanza lunga e ben marcata, annuncia una creatura ottima; forza, modestia e costanza nel bene. Se invece di cominciare sotto la radice dell'indice, tra l'indice e il medio, comincia verso la parte superiore della mano, è il segno dell'oroglio. Se è molto rossa nella parte superiore, denota l'invidia. Se è carica di piccole linee formanti diramazioni orientate verso l'alto della mano, preannuncia dignità, fortuna, potenza e ricchezza; ma se è assolutamente nuda, unita, senza diramazioni predispone alla miseria e alla sfortuna. Se si nota su di essa una crocetta, è il segno di un cuore generoso, amante della verità, buono, affabile, dotato di tutte le virtù. Se la linea della fortuna inizia tra il police e l'indice nello stesso punto della linea della salute in modo che le due linee formano un angolo acuto è bene attendersi grandi pericoli e difficoltà. Se la linea della salute non arrivasse in mezzo alla mano e le linee della vita e della fortuna fossero unite alla loro origine, è il presagio
che si perderà la vita in battaglia. Se la linea della fortuna è dritta, ben delineata nella parte superiore, indica la capacità di ben accudire la propria casa e di far fronte onestamente agli affari. Se è interotta indica la duplicità. Se è pallida in tutta la lunghezza, significa pudore e castità.

La linea del triangolo
è assente in molte mani, senza che ciò comporti necessariamente infelicità.  Se la linea del triangolo è dritta, appariscente (poiché di solito non lo è) e procede sino alla linea della salute, promette grandi ricchezze. Se si prolunga fin verso la radice del medio, assicura il più felice successo. Ma se va a perdersi sotto la radice del mignolo verso il basso della mano, indica delle rivalità. Se è tortuosa e diseguale, qualunque sia la sua direzione, afferma che non si uscirà dalla povertà.

La sporgenza o rigonfiamento che si trova alla radice del pollice estenendosi sino alla linea
della vita si chaima il monte di Venere. Quando è dolce, raccolta, senza rughe, indica un temperamento felice. Se il monte di Venere è dotato di una piccola linea parallela e vicina alla linea della vita è presagio di ricchezza. Se il pollice è attraversato nella sua lunghezza da linee che vanno dall'unghia alla giuntura c'è in vista una grande eredità. Ma se il pollice è intersecato da linee trasversali come la piega della giuntura è segno che si intraprenderanno lunghi e pericolosi viaggi. Se il pollice o la sua radice presentano punti o piccole stelle, è segno di gaiezza.

La sporgenza che si trova alla radice dell'indice si chiama monte di Giove. Quando il monte di Giove è compatto e piacevolmente colorato è portato alla virtù. De è carico di piccole linee dolcemente marcate, si riceveranno onori e dignità importanti.

Il rigonfiamento che sporge al centro della mano alla radice del medio si chiama monte di Saturno. Se il monte di Saturno è compatto e naturalmente colorato, indica la semplicità e il piacere del lavoro; ma se è carico di piccole rughe, è indice di inquietudine, di uno spirito predisposto all'angoscia. Se la giuntura che separa la mano dal medio rpesenta delle pieghe tortuose, designa un intelletto lento, uno spirito pigro, una mente dura. Una donna che avesse sotto il medio, tra la seconda giuntura e quella vicina all'unghia, la figura di una piccola croce, sarebbe predestinata a un felice avvenire.

Il rigonfiamento che si trova alla radice dell'anulare si chiama monte del Sole. Se il monte si presenta caricato da lineette naturalmente marcate, annuncia uno spirito vivo e felice, eloquenza, versalitià e un po' d'orgoglio. Se le lineette sono due soltanto, indicano meno eloquenza ma più modestia. Se la radice dell'anulare è carica di linee incrociate, il proprietario di tal segno vincerà gli avversari e sgominerà i nemici.

Il monte di Mercurio sporge alla radice del mignolo. Compatto e senza rughe indica un temperamento felice, intelligenza e sentimenti costanti; negli uomini, la modestia; nelle donne, il pudore. Se è marcato da due linee orientate verso il mignolo, indica la generosità.


Lo spazio che si trova sul bordo inferiore della mano, sotto il monte di Mercurio, dalla linea della fortuna fino all'estremità di quella della salute, si chiama monte della Luna. Se questo spazio è unito, dolce, netto, indica la pace dello spirito e un carattere tranquillo. Quando è fortemente colorato, indica tristezza, spirito tetro e temperamento melanconico. Se lo spazio è carico di rughe, annuncia viaggi e pericoli per mare.

Lo spazio che si trova nel bordo inferiore della mano, al di qua della montagna della Luna, dall'estremità della linea della salute sino a quella della linea della giuntura, si chiama Monte di Marte. Se tale spazio è unito, dolce e netto, è il segno di un vero coraggio e di una bravura mai disgiunta dalla prudenza. Se è fortemente colorato, designa l'audacia e la temerarietà. Quando il monte di Marte è carico di grosse rughe, secondo la sua profondità e lunghezza, è anche il presagio di una morte tranquilla tr ale mani dei briganti se le linee sono livide; se molto arrossate, invece, di un crudele trapasso; e di una morte gloriosa se dritte. La presenza di croci sul monte di Marte promette dignità e comando.

Nè vanno dimenticati i segni delle unghie. Piccole machcie baincastre sulle unghie confermano dei timori: se sono neri, spaventi e pericoli; se rossi, il che è più raro, preludono a disgrazie e ingiustizie; se di un bianco candido, speranza e fortuna. Quando tali macchie si trovano alla radice del'unghia il compimento del loro presagio è lontano. A misura che avanzano verso la sommità dell'unghia gli eventi annunciati diventano più imminenti.

Perché una mano d'uomo o di donna indichi una situazione felice occorre che non sia troppo piena, che sia piuttosto allungata, che le dita non siano troppo arrotondate, che si notino i nodi delle giunture. Il colore dovrà essere fresco e sfumato, le unghie più lunghe che larghe; la linea della vita ben segnata, uguale, fresca, non dovrà essere interrotta e si estenderà oltre la linea della giuntura. La linea della salute occuperà i tre quarti dell'estensione della mano. La linea della fortuna sarà carica di ramificazioni e fortemente colorata.
Da tutti i testi di chiromanzia si deduce che gli esperti in materia distinguano due specie di divinazione attraverso la mano:

  • La chiromanzia fisica, che per semplice ispezione della mano indovina il carattere e il destino della persona;
  • La chiromanzia astrologica, che esamina le influenze dei pianeti sulle linee della mano, e crede di poter determinare il carattere e predire il futuro subordinato alle loro influenze.
Ci siamo soffermati partricolarmente sulla chiromanzia fisica perché è la sola tutt'ora in uso. Ed è anche la più chiara e antica.


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