venerdì 25 dicembre 2015

Natale in Russia


Il Natale in Russia si festeggia il 7 Gennaio, nove mesi dopo l'Annunciazione, proprio quando da noi arrivano i Re Magi che sanciscono la fine delle festività. La festa di Natale è considerata la più importante dell'anno e  viene preceduta da 40 giorni di digiuno, dal 27 Novembre. Una sorta di Quaresima di Natale dove non si mangia assolutamente nulla di origine animale. 

Il digiuno finisce “quando appare la prima stella” la notte del 6 gennaio, simbolo della nascita di Gesù Cristo.
La stessa stella segna anche l’inizio della cena di Natale. Per molti russi il Natale è importante ma per molti altri non lo è così tanto come il giorno di Capodanno – che in Russia si festeggia il 1 gennaio così come da noi. La sera di Natale nella tradizione slava segna l’inizio di un’antica festività detta Svyatki, in cui le giovani donne usavano candele e specchio per invocare l’immagine di quello che sarebbe diventato il loro futuro marito. Al pari della cena, il fascino divinatorio della sera di Natale sta riprendo piede nella Russia post sovietica.
Il 6 gennaio, che per loro è la Vigilia, si comincia a preparare il tavolo dopo il tramonto: lo si ricopre di paglia o fieno, su cui poi il padrone di casa sparge del grano e sopra si mette la tovaglia, lasciando ad ogni angolo uno spicchio d'aglio. Il motivo? Secondo le credenze l'aglio protegge dalle malattie e in generale dal male. In mezzo al tavolo si colloca il piatto tipico, ovvero il Sočivo (realizzato principalmente con un mix di cereali).

In genere il menù natalizio è ricco di piatti a base di carne, formaggi, dolci di ogni tipo e bevande piuttosto forti. Molte famiglie, durante il pranzo, usano lasciare la porta di casa aperta per poter accogliere qualche povero di passaggio.
La cena della vigilia inizia solo dopo che la prima stella è comparsa nel cielo ad annunciare l’imminente nascita del Cristo. La tradizione vuole che ci siano 12 diversi piatti in onore degli apostoli di Cristo ma non prevede l’uso di  carne. Per gli Ortodossi più ferventi, alcol, pesce e oli vegetali non sono ammessi mentre in altre famiglie si beve il vino rosso ma sono banditi i liquori. Il pasto per i credenti inizia con la preghiera al Signore condotta dal capofamiglia maschio mentre la mamma benedice tutti i partecipanti tracciando una croce con del miele sulla fronte degli astanti.

Spesso si consuma il pane bagnato prima nel miele e poi nell’aglio tritato. Il piatto principale di solito è il Kutya o Sochivo che consiste principalmente di grano bollito addolcito col miele. Una specie di pudding che nelle varianti può prevedere oltre ai chicchi di grandi altri legumi o cereali come riso, orzo o fagioli. Il miele per addolcire può essere accompagnato da semi di papavero, frutta secca e noci.

Dopo cena i piatti non si lavano e si aprono i regali, dopodiché tutta la famiglia va a messa.
 L'intero periodo natalizio si conclude poi il 13 Gennaio la data del "Vecchio capodanno" , sempre secondo il calendario Giuliano, mentre le vacanze natalizie iniziano solitamente il 31 dicembre e terminano il 10 gennaio.

giovedì 24 dicembre 2015

Ded Moròz: il Babbo Natale russo

Nonno Gelo e gli animali
La Fanciulla delle Nevi
In Russia la figura di Babbo Natale, così come lo conosciamo noi, è sostituita da colui che chiamano Nonno Gelo (Ded Moròz). Questo vecchietto dalla lunga barba bianca e il vestito turchino era un tempo una figura pagana del folclore russo, egli andava di paese in paese a gelare le persone portandole alla morte.
Questo temperamento malvagio cambiò nel corso degli anni e Nonno Gelo divenne una lieta figura tipica del periodo natalizio che portava regali ai bambini e faceva trovare del cibo prelibato agli animali logorati dal gelido inverno russo. Nelle fiabe viene spesso accompagnato dalla dolce nipotina Sneguročka (Nevina o anche La Fanciulla delle Nevi), nata dall'unione della primavera e il gelo. 


venerdì 20 novembre 2015

Festa di Fidanzamento nell'epoca Vittoriana

L'amore è sempre esistito e ha sempre avuto i suoi codici e le sue tradizioni nel corso dei secoli. Durante l'ottocento questo non era da meno e prima che i due innamorati potessero convogliare il loco amore a giuste nozze, c'erano diversi aspetti da seguire.
Prima di tutto il corteggiamento era qualcosa di lungo ed estenuante in cui l'uomo dimostrava tramite gesti e pegni d'amore di essere all'altezza della fanciulla, veniva accettato dal padre o il padre stesso della ragazza sceglieva il buon partito per sua figlia.
Quando sopraggiungeva il momento di ufficializzare l'unione fra i due, veniva indetto un ballo in cui le due famiglie si incontravano così da assistere alle promesse del matrimonio che si sarebbe tenuto nei mesi futuri (in genere dopo un anno dal fidanzamento).
Durante il ricevimento la futura sposa dava sfoggio delle proprie capacità nella musica o nella danza per provare ai futuri suoceri le proprie doti apprese nel corso della lunga formazione. 

L'uomo dal suo canto era tenuto a porgere in dono un pegno della sua fedeltà e del proprio amore verso la sua fidanzata: i doni erano dei più generosi, dai fiori alle prete preziose. In particolar modo il diamante unico, detto solitario, era il simbolo più importante che un uomo poteva regalare a una donna, poiché simbolo di cospicuo patrimonio e di unicità ed eternità dell'amore fra i due. 

Ultimata la festa i due erano fidanzati ufficialmente e avrebbero potuto iniziare a passeggiare insieme, sempre però accompagnati da almeno uno chaperon, ovvero un componente femminile della famiglia in grado di osservare i due e correggere il comportamento della sposa nel caso fosse stata impacciata e indifesa durante la passeggiata con il proprio futuro sposo.


venerdì 30 ottobre 2015

Halloween

L’essere “in mezzo agli anni” veniva considerato un momento magico: le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliavano tanto da permettere a questi ultimi di tornare sulla terra comunicare con i vivi. I Celti credevano che in questo giorno gli spiriti malvagi dei morti, ritornassero per creare confusione e caos fra i viventi. La festa doveva placare Samhain e gli spiriti dei defunti. All’inizio, in questa giornata, si onoravano tutti i morti, compresi i primi santi cristiani, ma con il passare del tempo, incredibilmente, questi spiriti assunsero un connotato diabolico e malvagio. Fu così che, durante le celebrazioni per Halloween, apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe. La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre era quindi il momento più solenne di tutto l’anno druidico e contrariamente a quanto si crede nessun rituale satanico vi veniva eseguito. Tutte le leggende più importanti in cui si narrano cicli epici, antiche saghe, grandi battaglie e imprese di re e eroi si svolgevano durante la notte di Samhain. Molte di queste leggende riguardavano la fertilità della Terra e il superamento dell’oscura stagione invernale. Fu nell’alto medioevo quando il cristianesimo si diffuse nelle terre celtiche (Irlanda, Bretagna) divenendo la religione ufficiale della maggior parte dell’Impero Romano che, una serie di editti papali istituirono un giorno di festa della chiesa, Ognissanti (o Tutti i Santi) da celebrare il 1 ° novembre di ogni anno. La chiesa cattolica avrebbe contribuito a dare il nome della festa: “Tutti i Santi”, infatti, si diceva All Hallows in Bretagna (Hallow significato proprio sacro o di colui che è santo). Non si sa con certezza se fosse nelle intenzioni della Chiesa sovrapporre questa nuova festa alle celebrazioni pagane di Sahmain, ma di fatto fu così. Poco dopo venne istituita la festa “gemella” di Ognissanti, ovvero il Giorno dei Morti, celebrato il giorno successivo (2 novembre). La data è stata posta accanto a quella di Ognissanti per enfatizzare l’idea che i santi possono intercedere per conto dei morti. Nel frattempo da più parti si iniziava a festeggiare anche la vigilia di Ognissanti (31 ottobre) ovvero la All Hallows Eve (che sarebbe diventato “Halloween”).
"Dolcetto o Scherzetto?" deriva probabilmente dal fatto che i celtici temevano gli scherzi degli elfi, e così, per evitare di essere infastiditi durante la notte del 31 d'ottobre, tentavano di tenerli buoni con delle cibarie. Un'altra possibile motivazione risale ad un'usanza del IX secolo d.C., quando i Cristiani, spostandosi da un villaggio all'altro, bussavano alle porte chiedendo del pane da mangiare e in cambio giuravano di pregare per i loro defunti che, altrimenti, secondo una credenza del tempo, rischiavano di allungare i tempi di permanenza nel limbo.
Come ogni festività che si rispetti, anche quella di Halloween ha le proprie tradizioni culinarie. Poiché questa festa viene celebrata in autunno, quale altro frutto potrebbe essere più appropriato della mela per deliziare i palati dei bambini più golosi? Ed infatti le candy apples sono una pietanza che in quel giorno non può mancare in nessuna vera casa anglosassone. Le candy apples sono facilissime da realizzare, basta infatti infilare uno stecchino di legno dentro la mela (preferibilmente rossa) e immergere quest’ultima nello zucchero caramellato. Una volta lasciata raffreddare, la mela sarà avvolta da una dolce crosticina croccante, che la renderà irresistibile per chiunque. Chiunque si potrà poi sbizzarrire con la fantasia, e ricoprire la mela caramellata (quando ancora la scorza di caramello non si è indurita) con praline colorate, granella di nocciole o cioccolato e così via! Un altro dolce classico per questa festa è la torta di zucca o pumpkin pie.
Una delle tradizioni più famose è quella delle zucche intagliate. La tradizione di Jack-o-lantern deriva probabilmente dal folklore irlandese. Narra la leggenda che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero. Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l’ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d’inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all’interno.

lunedì 26 ottobre 2015

Cannibalismo a Napoli - Eleonora Pimentel Fonseca divorata in piazza


Città del sole e del mare Napoli?
Non soltanto. Misteri e tante storie oscure si aggirano tra i suoi vicoli. Nel
1799 Eelonora Fonseca fu impiccata come nemico dello stato insieme a Giuliano Colonna, Vincenzo Lupo,  al vescovo Michele Natale, al sacerdote Nicola Pacifico, ai banchieri Antonio e Domenico Piatti, a Gennaro Serra di Cassano proprio dai Lazzari, rivoluzionari napoletani rappresentanti del popolo, che li avevano sostenuti prima però di piegarsi alle promesse dei regnanti.


 «A signora 'onna Lionora
che cantava 'ncopp' 'o triato
mo abballa mmiez' 'o Mercato
Viva 'o papa santo
ch'ha mannato 'e cannuncine
pe' caccià li giacubine
Viva 'a forca 'e Mastu Donato!
Sant'Antonio sia priato»


 Salì al patibolo con coraggio. Le sue ultime parole furono una citazione virgiliana: "Forsan et haec olim meminisse iuvabit". Si narra che il cadavere rimase a ciondolare in piazza per giorni e giorni e i napoletani, stremati dalla fame, le strappassero gli organi per divorarli.


Domenico Battaglia: Perquisizione in casa di Eleonora Pimentel Fonseca

Antropomanzia

Divinazione mediante l'esame delle budella di uomo e donna sventrati. Questo terribile costume era molto antico. Dice Erodoto che Menelao, trattenuto in Egitto da venti contrari, sacrificò due bambini del luogo alla sua barbarba curiosità tentando di scoprire i suoi destini in quelle budella.
Eliogabalo praticava tale divinazione.
Giuliano l'Apostata, nelle sue operazioni magiche e sacrifici notturni, faceva uccidere, si racconta, un gran numero di bambini per consultare le loro interiora.

Brodo del Sabba

Nell'incredulità e miscredenza del sortilegio pienamente confesso, Pierre Delancre afferma che le streghe, al sabba, fanno bollire bambini morti e carne di impiccato; che vi aggiungono polveri magiche, miglio nero, rane; che da tutti quegli incredienti ricavano un brodo che bevono dicendo:

«HO BEVUTO DAL TIMPANON;
ED ECCOMI PROFESSA ALLA STREGONERIA»

Dopo aver bevuto di quel brodo, le streghe predicono l'avvenire, volano in aria e posseggono il potere di fare sortilegi.

Cannibalismo in Russia

Il tema del cannibalimo in Russia emerse nel 1921.
Causata da diversi fattori tra cui la prima guerra mondiale.
Il detto "comunisti mangia bambini" ha qualche fondamento? 

Lo scrittore russo Michail Osorgin, redattore del bollettino Pomosc (Il soccorso) del comitato di soccorso panrusso, parlò di un cannibalismo diffuso. Orlando Malevolti e l'archeologo e filantropo antifascista Umberto Zanotti Bianco, recatisi in Russia, riferirono di numerosi casi di cannibalismo, uccisioni di bambini, profanazione dei cimiteri e vendita di carne umana nei mercati. Il libro La Ceka - Il terrore bolscevico, pubblicato nel 1923 (ed. La promotrice), riferisce che il cannibalismo era commentato nella stampa e negli organi ufficiali russi:

« "I cadaveri umani già vengono usati come alimento... I parenti dei morti di fame sono costretti a mettere per il primo tempo dei piantoni presso le tombe... I fanciulli morti vengono fatti a pezzi e messi nella pentola". Così parla questo collaboratore [Antonoff Ovsenko] del ben noto Krylenko nella sua relazione ufficiale al Congresso dei Soviet. E ciò viene riprodotto dalla stampa ufficiale, nella quale da allora non cessano di esser pubblicati lunghi e dolorosi elenchi dei casi di cannibalismo provocato dalla fame, registrati ufficialmente. »Nazino - l'isola dei cannibali voluta da Stalin (Ostrov ljudoedov) è il nome che abitanti locali diedero all'isola di Nazino, nel cuore della Siberia, ed è il titolo del libro di Nicolas Werth che ne narra la storia, ricavata dagli archivi sovietici. Nel 1933, furono condotti esperimenti sociali di sopravvivenza, che videro migliaia di "elementi socialmente nocivi" deportati in aree completamente disabitate e prive di mezzi di sussistenza, allo scopo di identificare un metodo di colonizzazione del "Far East" sovietico. Sull'isola di Nazino, furono trasferite 13.000 persone: quasi tutte morirono d'inedia, freddo e fame, si uccisero a vicenda o furono giustiziate. Gli episodi di cannibalismo erano all'ordine del giorno.

domenica 25 ottobre 2015

Vincitori Contest Poesia: TRE SOLI AL TRAMONTO




1° POSTO 



Ti cospargo negli occhi

Un dolore lontano 
Come gocce di pioggia
Cadute in mano.



Nel tuo cuore scintilla

Diventa una pietra. 
Sono biondi capelli
Di neve e di seta.

di Valentina Valerio (per Vladimir)



2° POSTO




Tra specchi di Luna e silenzi grigiastri

Bianca, sottile e rigida è la pelle
del frutto del Male.
Rossi gli occhi,
costanti i rintocchi.
Un sorriso a mezz'aria
ed ecco che albeggia l'ira.
Carne sottile, rossa e cotta
mi si serve di fronte abbellita.
Un boccone d'approvazione,
ma è la mamma il maestoso cenone.
Ferme, silenziose e nauseanti
son' le mie vene accattivanti.

Mi balza addosso e la Luna osserva.
Puttanella”; il Male malediva.

di Emanuela Maiorano (per Anna)

mercoledì 30 settembre 2015

Fantasmi: Il Wraith



A chi crede nello spiritismo sicuramente sarà noto che non esiste una sola tipologia di fantasmi, ma che questi si distinguono in varie categorie e di varie nature, quest'oggi parleremo dei Wraith.
Termine di origine scozzese, risale alla tradizione norrena, i wraith non sono altri che fantasmi cattivi che perseguitano e tormentano le persone ancora in vita.

Esistono però alcuni casi in cui un wraith nasce (per così dire) sotto sembianze specifiche divenendo ancora più pericoloso e più difficile da esorcizzare.
Questo tipo di wraith è il residuo emozionale di una giovane donna morta brutalmente poco prima del matrimonio, impazzita per il dolore e l'ira vaga nei centri rurali dove è stato seviziato il suo corpo o in cerca dell' amato traditore.
Hanno l'aspetto di una sposa cadaverica, il cui vestito è stato strappato e martoriato, la mascella spesso pende dal collo e dagli occhi mangiati dai vermi scendono lungo le guance dei solchi di sangue. Sono trattenute in questo mondo da un oggetto simbolico molto caro che ironicamente in vita aveva dato loro estrema felicità.
Dunque per questo si racconta fra i contadini che se si trova in mezzo a un campo una fede nuziale o in un velo strappato, non bisogna mai raccoglierli ma anzi è consigliabile scappare immediatamente da quel posto.  

martedì 22 settembre 2015

Pinocchio – Storia di un bambino



Mi sono imbattuta qualche giorno fa in questo fumetto nella Feltrinelli sotto casa mia. Il titolo e la conturbante copertina hanno attirato da subito la mia attenzione, così ho preso a sfogliarlo in modo da capire come fosse il tratto dell'autore (Francesco Ciampi in arte Ausonia).
Ciò che mi si è presentato dinanzi agli occhi è stato un capolavoro grafico nato dai toni più belli del macabro. Non ho potuto fare a meno di comprarlo e divorarlo nel giro di un'ora.

La storia classica tutti l'hanno sentita, Pinocchio nato dalla mente di Carlo Collodi ha da sempre ispirato le versioni più diverse e colorate, ma quella che mi sono trovata fra le mani non era semplicemente macabra e raccapricciante, ma era un tributo al grottesco nella sua forma più semplice e meravigliosa.
In un mondo rovesciato e abitato da soli burattini bugiardi si staglia in primo piano il processo di Pinocchio, un bambino nato dalla carne in putrefazione e impossessato da una coscienza in grado di dire sempre e solo la verità.

…in pochi giorni di vita ho conosciuto le percosse, lo stupro… e sono stato derubato. E’ molto per un bambino… mi creda.


Fra vicende immorali e retroscena sconvolgenti, che porteranno ogni amabile lettore del classico Pinocchio a chiudere di scatto le pagine del fumetto, vi troverete a viaggiare in un mondo troppo famigliare anche se abitato da burattini, poiché così simile a quello in cui oggi giorno siamo abituati a veder passarci dinanzi agli occhi.



In altre parole una storia da non perdere sia per gli amanti del grottesco, sia per quelli della letteratura e sia per coloro che sono sempre alla ricerca di fumetti in grado di entrarti sotto pelle!

domenica 20 settembre 2015

Lacrime


Leggere.

Trasparenti.

Come gocce di pioggia sul vetro di una finestra.

Lacrime scivolano piano sulle guance della fanciulla.

In piedi.

Il coltello.

Ancora stretto nel pugno.

La testa china un poco di lato.

Gli occhi chiusi.

Pensa al momento della fatale decisione.

Chi quel giorno la lama avrebbe assaporato?

La scelta fatta.

Pensa al vestito suo dorato.

E la lama che risoluta vi aveva affondato.

Spogliandola.

Tagliandola.

Una volta e un’altra ancora.

Apre gli occhi la fanciulla.

Davanti a lei il suo operato.

Il vestito tagliato.

Il corpo mutilato.

Nuove lacrime scivolano giù.

Sulle guance.

Come gocce sulla finestra.

Leggere.

Trasparenti.

Un nuovo pensiero in mente le viene.

E a denti stretti a voce lo esprime.

Cipolla dorata tu sia dannata!

Sabrina D. Camello

sabato 19 settembre 2015

Il funerale

Nel 1800 il funerale era considerato un evento sociale al pari di un ballo o una serata trascorsa a teatro ed era assolutamente vietato presentarvisi se non muniti di un biglietto d’invito. Allo stesso modo esisteva un biglietto in cui si richiedeva espressamente la non partecipazione agli estranei. Tutti coloro ricevano un biglietto d’invito erano tenuti a comunicare se avrebbe partecipato o meno, un po’ come si usa oggi con i matrimoni. Naturalmente il nero diventava il colore primario e le donne erano tenute a indossare abiti a collo alto, guanti e veli per nascondere il viso. Questo per quanto riguardava i party tenuti in onore della persona venuta a mancare. Erano regole queste che, però, non valevano per chi non apparteneva alla famiglia ma che comunque era tenuta a indossare un abito consono poiché bisognava, in società, fare sfoggio di buona eleganza e buona educazione. Per l’epoca venire meno a questi criteri era assolutamente impensabile.
Molte furono quindi le sartorie che si specializzarono esclusivamente nella realizzazione di vestiti e accessori per i funerali. C’è da dire che diversamente da oggi l’aspettativa di vita era molto più limitata e che quindi la morte non era un evento fuori dal comune. Ma se per le classi alte un funerale diventava un’occasione per fare sfoggio del proprio potere, per le classi basse il tutto era molto più sbrigativo. Si prendeva l’abito della domenica e lo si tingeva di nero e il funerale veniva svolto di domenica perché costava meno e non avrebbe tolto tempo al lavoro. Ovviamente per le donne di ceto basso era impensabile rimanere chiuse in casa per un intero anno come invece avveniva con le signore dei ceti più alti. Con il passare del tempo le signore potevano accorciare il velo e al finire del primo anno passare al mezzo lutto dove il nero poteva essere rallegrato dal grigio, dal viola e dal bianco e il velo poteva essere infine portato sollevato sopra la testa. Esistevano inoltre panetterie e pasticcerie specializzate nella produzione di biscotti funerari. Tali biscotti venivano consegnati avvolti in carta sigillata con ceralacca e con dentro un pensiero per il defunto. Sulla superficie potevano esserci decorazioni a forma di croci. Il sigillo veniva decorato con teschi e ossa incrociate.
Alla fine del funerale era cortese mandare un biglietto, una memorial card, a tutti coloro che avevano preso parte al rito.

giovedì 17 settembre 2015

Carmilla

Tra le donne vampiro la più famosa è certamente Carmilla, protagonista di un racconto scritto nel 1872 da Sheridan Le Fanu.


Laura, una ricca ragazza inglese, vive col padre in un castello della Stiria. Mentre si trova in giardino con le governanti, una carrozza esce di strada davanti al suo giardino. Ne escono una donna e sua figlia. Il padre di Laura accetta di ospitare la figlia mentre la madre ha urgenti faccende da sbrigare. Laura e la ragazzina, Carmilla, subito diventano amiche nonostante le sue strane abitudini: si sveglia molto tardi, odia i canti religiosi e somiglia molto a un dipinto di Mircalla, duchessa di Karnstein che secoli prima era stata padrona di quel castello.

Vespertilia - Un mistero della campagna romana (Anne Crawford)

Il giovane Marcello viene sedotto da una vampira tornata dall'antica Roma, Vespertilia.

“tutto l’orrore della natura di quell’essere era stato velato agli occhi dei romani con il termine greco ‘tes aimatopotidos’, la bevitrice di sangue … E Flavius – il suo amante – vix ipse sospes, lui stesso si salvò a stento da quell’abbraccio mortale, l’aveva seppellita qui, e aveva messo un sigillo sul suo sepolcro, confidando nel peso della pietra … per imprigionare per sempre il meraviglioso mostro che egli aveva amato”.

Marcello, un sedicente artista, invece era:

 
“era pallidissimo e si muoveva meccanicamente come un sonnambulo. Rimasi sconvolto nel vedere come fosse diventato incavato il suo volto: reggeva ancora in mano la candela accesa che proiettava cupe ombre sulle guance smunte e sugli occhi fissi che brillavano sinistramente e sembrava non vedessero nulla. Aveva le labbra completamente prive di colore e così ritratte che riuscii a vedere il bagliore dei suoi denti.”


lunedì 14 settembre 2015

Foto con il morto


Al giorno d'oggi troveremo raccapricciante e inquietante la pratica di farsi fotografare accanto a un morto, ma fino agli anni '40 del secolo scorso questa usanza era vista come qualcosa di normale, addirittura obbligatoria sotto un punto di vista morale se facciamo un passo indietro fino al 1800.
Infatti nel bel mezzo del XIX secolo, quando venne scoperta la macchina fotografica anche le persone comuni poterono così ottenere un ultimo ricordo della persona da loro amata, poiché prima di allora solo i ricchi e i nobili avevano il privilegio di commissionare un ritratto post-mortem da un pittore.
Per quanto attualmente possa risultare strano questo era uno dei modi più veloci di elaborare il lutto di un caro scomparso, e molto spesso nel caso dei bambini defunti era l'unica occasione per i genitori di avere una foto del proprio figlioletto mai cresciuto.

Questo portò a voler immortalare su pellicola la persona cara come se fosse ancora viva, come se stesse nel bel mezzo di una scena di vita quotidiana, ragione per cui molte fotografie post-mortem raffigurano il defunto insieme ai parenti o amici in situazioni del tutto naturali accompagnati dai propri oggetti più cari, ad esempio giocattoli e animali domestici .
Spesso guardando queste foto si ha il dubbio di chi sia la persona morta fra quelle vive

Gli studi fotografici si operavano a sfruttare ogni tecnica e ogni strategia perché ciò avvenisse, sostegni metallici e ceroni pesanti erano le più votate, ma nel caso di uno stadio avanzato di decomposizione ricorrevano anche alla pittura degli occhi.
Altre strategie meno sofisticate erano quelle di emulare il sonno, non è raro trovare molteplici foto di bambini addormentati nelle loro culle, dal momento che nell'età vittoriana ci fu un elevato numero di mortalità infantile.  

domenica 13 settembre 2015

L' Antipatia

Plinio
Gli astrologi pretendono che tal sentimento di repulsione verso cose o persone sia prodotto dagli astri. Così due persone nate sotto lo stesso segno nutriranno il desiderio reciprogo di avvicinarsi, e si ameranno senza sapere perché. Mentre altre si odieranno senza motivo perché nate sotto opposte congiunzioni.
Ma come spiegheranno allora le antipatie che grandi uomini hanno manifestato per le cose più comuni? Se ne citano in gran numero e ttute assolutamente incomprensibili. 
  • La Mothe-le-Vayes non poteva sopportare il suono di alcuno strumento, ma traeva raffinato godimento dal fragore del tuono. 
  • Cesare rabbrividiva al canto del gallo.
  • Il cancelliere Bacone cadeva in deliquio a ogni eclissi di luna.
  • Maria de' Medici non poteva sopportare la vista di una rosa, sia puren dipinta, e amava tutti gli altri fiori.
  • Enrico di Cardonne provava la stessa avversione ed era colto da sincope al solo sentir l'odore di una rosa.
  • Il maresciallo d'Albret si sentiva male se durante un pasto veniva servito un cinghialetto o un maialino da latte.
  • Enrico III non poteva restar solo in uan camera dove c'era un gatto.
  • Il maresciallo Schonberg aveva la stessa debolezza.
  • Ladislao, re di Polonia, si turbava e fuggiva quando vedeva delle mele.
  • Scaligero fremeva in presenza del crescione.
    Erasmo non poteva odorare del pesce senza esser colto da febbre.
  • Tycho-Brahe sveniva incontrando una lepre o una volpe.
  • Il duca d'Espernon faceva lo spesso se vedeva un leprotto.
  • Cardano non sopportava le uova.
  • L'Ariosto i bagni.
  • I figli di Crasso, il pane.
Si scoprono spesso le cause di tali antipatie nelle prime sensazioni dell'infanzia. Una signora
cui piacevano moltissimo quadri e incisioni, sveniva se ne trovava in un libro; ne spiegò la ragione: nella prima infanzia, fu sorpresa dal padre mentre assfogliava alcuni libri della biblioteca alla ricerca di illustrazioni. Il genitore le strappò il libro di mano dicendo con voce terribile che c'era il diavolo pronto a strangolarla in quel volume. Tali assurde minacce, abituali in certi genitori, producono semrpe effetti funesti, spesso indelebili.
 Plinio assicura esservi una tale antipatia tra il cavallo e il lupo che se il primo passa dov'è passato il secondo, è preso da un intorpidimento alle gambe tale da non riuscire a proseguire.
In America il cavallo avverte l'odore della tigre e si rifiuta ostinatamente di attraversare una foresta in cui avverta la presenza del nemico.
Anche i cani sentono molto  bene i lupi coi quali non simpatizzano affatto. E sarebbe forse più saggio da parte nostra dare più credito, fino a un certo punto, alle sensazioni di antipatia e simpatia istintiva che proviamo davanti a estranei:L anche gli uomini sono dotati di istinti, dominati a proposito o meno dalla ragione.

Anno climaterico

Il pregiudizio degli anni climaterici resiste sempre, ancorché se ne sia quasi dimostrata l'assurdità. Augusto scriveva al nipote Caio sollecitandolo a celebrare il suo anniversario, in occasione del sessantatreesimo anno, corrispondente al fatalee  terribile climaterico.
Sono in molti a temere ancora l'anno climaterico; e tuttavia una massa di tali provano che nel 63 anno non muoiono più uomini di quanti ne muoiano negli anni precedenti. Ma è difficile far morire un pregiudizio. 
Secondo tali idee, che Pitagora suscitò con le sue curiose fantasie sui numeri, il nostro carattere subisce una totale rivoluzione ogni sette anni.
Alcuni arrivano ad affermare che si rinnova completamente. Altri asseriscono, invece, che il rinnovamento si effettua solo ogni nove anni; sicché i climateri si possono contare per nove o sette anni.
I quarantanove e gli ottantuno anni sono molto importanti, sentenziano i partigiani di questa
dottrina; ma l'annata più   fatale è la 63esima, perché è il prodotto di 7x9. 
Diceva un Normanno:

«Ancora uno dei miei impiccato a quarantanove anni! E poi si dice che non bisogna diffidare degli anni climaterici!»
Non si deve, tuttavia, andar troppo oltre - dice M. Salgues - nel disprezzo del periodo settenale che scandisce in verità il progresso dello sviluppo e della crescita del corpo umano.
Così, generalmente, i denti da latte cadono a sette anni, la pubertà si manifesta a quattordici, er il corpo cessa di crescere a ventuno. 

Anguilla

pescatori di anguille
I libri magici segreti attribuiscono all'anguilla sorprendenti virtù.
Se la si lascia morire fuori dall'acqua, la si immerge quindi in aceto fortissimo mescolato a sangue di avvoltoio e, infine, si ricopre il tutto con del letame, tale preparato:

«Farà resuscitare tutto ciò che sarà presentato, rendendogli la vita come prima»

Corna

Il diavolo caprone
Le corna sono un attributo demoniaco, dato che tutti i demoni ne sono forniti (secondo certe fonti, possono perderle se vengono "degradati"), le corna sono diventate uno dei simboli del diavolo. Il diavolo ha le corna perché assimilato alla figura del caprone.
Ma sono anche una caratteristiche del deforme e del mostro. Dice Collin de Plancy:
"Furono veduti bambini ornati di corna"
E Bertholin cita un religioso del monastero di san Giustino il quale ne aveva due sulla testa. Un uomo dotato di corna dovrebbe essere stato scoperto nelle foreste del Maine.
Michelangelo: Mosé con le corna
Inviato al re francese Enrico IV, venne esibito per qualche tempo come fenomeno da baraccone.
 Nel suo Degli errori e dei Pregiudizi, Salguaes ricorda che nel 1699 additavasi a Parigi un francese, per nome Trouillon, la cui fronte era armata di un corno d'ariete.
Può essere infine curioso ricordare che alcuni artisti medievali e del primo Rinascimento hanno raffigurato Mosé con le corna. Questo per un errore di traduzione della Vulgata, la versione della Bibbia fatta da Gerolamo, tra il 348 e il 405, che lo definiva "cornuto", mentre la parola ebraica qren significa csia "corno" che "raggio". Mosé dunque avrebbe dovuto essere raffigurato radioso. 

Il serpente

Il serpente è la forma scelta dal diavolo per tentare Eva nel Paradiso terrestre.
"Era il più astuto di tutti gli animali creati da Dio" /Genesi 3,1
ed era talvolta rappresentato simile a una lucertola con quattro zampe, dato che solo in un secondo momento verrà maledetto dal Signore e condannato a strisciare sul ventre e a mangiare la polvere.
Secondo alcuni demonografi, il serpente sarebbe stato il vero iniziatore dell'umanità che, senza di lui, avrebbe continuato a essere sempre impacciata dalle limitazioni poste dal Creatore

Michelangelo
 

666 - sei sei sei

Poiché nell'Apocalisse si legge che il numero dell'Anticristo sarà il 666, c'è una setta religiosa nord-americana che da tempo combatte questo numero in ogni sua manifestazione. Tra l'altro se l'è presa più volte con il grattacielo della Warner Bros., il quale sorge al numero 666 della 5th Avenue di New York e porta sulla sommità un gigantesco "666" luminoso. 
Ma, come ricorda Alfredo Castelli nella sua Enciclopedia dei Misteri, il suo bersaglio favorito è la Procter & Gamble, una famosa azienda chimica: capovolgendo il suo marchio di fabbrica -un uomo barbuto contornato da tredici stelle -è possibile scorgere tre peli della barba arricciati che somigliano a un "666".
Intorno al 1980 cominciò a circolare la voce che il 10% dei profitti della Procter & Gamble
veniva versato alla chiesa satanica, la quale, grazie all'interessamento personale del maligno, le garantiva in cambio successo commerciale.
Nel 1984 i dirigenti della società, esasperati dalle continue minacce, cambiarono il marchio.

Rospo

Il rospo gioca un ruolo importante nella stregoneria. Le streghe lo amano e lo vezzeggiano. Il diavolo battezza i rospi al Sabba.
Janette Abadie ed altre donne hanno rivelato di aver visto dei rospi vestiti di velluto rosso ed altri di velluto nero; portavano un sonaglio al collo e un altro alla zampa posteriore. Si può ridere di queste cose, oggi ma nel secolo XVI erano cose serie e non si capisce perché.
Il popolo è persuaso, dice M. Salgues, che il rospo ha la facoltà di far svenire chi lo guarda fissamente e tale asserzione è confermata da un certo abate Rousseau che ha pubblicato nel secolo scorso alcune osservazioni di storia naturale.
Eliano, Dioscoride, Nicandro, Ezio, Gesner sono tutti d'accordo nell'affermare che il fiato del rospo è mortale e infetta i luoghi.

Le streghe vi sono rappresentate in abiti contadini, 
nell'atto di svestirsi per poi ungersi, onde recarsi in volo al Sabba.


La corte infernale

Wierus ed altri demonologhi, dotati di profonda conoscenza dei luoghi infernali, hanno scoperto che vi sono là dei principi, dei nobili, degli ufficiali ecc.
Sono persino riusciti a contare il numero dei demoni e a stabilirne l'impiego, la dignità e la potenza.
Secondo quanto riferiscono, Satana non è più il sovrano dell'inferno: Belzebù regna al suo posto. Ma ecco l'organizzazione attuale del governo infernale:

Principi e grandi dignitari:
Belzebù, capo supremo dell'impero infernale, fondatore dell'ordine della Mosca. 
Satana, capo del partito di opposizione.
Eurinome, principe della morte, gran croce dell'ordine della Mosca.
Moloch, principe del paese delle lacrime, gran croce dell'ordine.
Plutone, principe del fuoco.
Leonardo, gran maestro dei Sabba, cavaliere della Mosca. 
Baalberith, cerrimoniere delle alleanze.
Proserpina, arcidiavolessa, principessa suprema degli spiriti maligni.

Ministeri:
Adramelek, gran cancelliere, gran groce dell'ordine della Mosca.
Astarotte, gran tesoriere.
Nergal, capo della polizia segreta.
Baal, comandate in capo delle armate infernali, gran croce della Mosca.
Leviatano, grand'ammiraglio, cavaliere della Mosca.

 Ambasciatori:
Belfagor, ambiasciatore in Francia.
Mammone, ambiasciatore in Inghilterra.
Belial, ambiasciatore in Turchia.
Rimmon, ambiasciatore in Russia.
Tamuz, ambiasciatore in Spagna.
Uggino, ambiasciatore in Italia.
Martinetto, ambasciatore in Svizzera.

Giustizia:
Lucifero, gran giustiziere.
Alastor, boia di Stato.

Casa dei principi:
Verdelet, maestro delle cerrimonie.
Succor Benoth, capo degli eunuchi.
Chamos, gran ciambellano.
Melchom, ufficiale, pagatore.
Nisroch, capo della cucina.
Behemoth, gran coppiere.
Dagon, gran panettiere.
Mullin, primo cameriere.

Divertimenti: 
Kobal, direttore degli spettacoli.
Asmodeo, sopraintendente delle case da gioco.
Nibbas, gran coreografo.
Anticristo, prestigiatore e negromante.



 

Lo sperma e il diavolo

"Nel Medioevo fino al tardo XVII secolo - come scrive Izzi, - troviamo la credenza che il diavolo possa trasformarsi in una leggiadra fanciulla (succubus), copulare con un uomo e trattenerne lo sperma. Poi diventare un uomo (incubus) e ingravidare una donna. Il tempo che trascorre necessariamente tra queste due operazioni spiega perché lo sperma del diavolo sia gelato, come leggiamo in tutti i più importanti trattati di demonologia, e come risultava dalle testimonianze concordi delle streghe".

Samael o Sammael

Principe dei demoni. Secondo l'ebraismo è l'incarnazione di Satana nel serpente che tentò Eva nel Paradiso Terrestre. Trasformatosi in una goccia di miele, riuscì a salire sull'Arca di Noè, seducendo la nuora e infrangendo così il divieto di non fornicare.
Scoperto, cercò di incoraggiare una ribellione degli animali, nella quale lo seguirono soltanto il corvo e il cane.
Secondo un'altra tradizione ebraica sarebbe stato anche lo sposo di Lilith.
Di solito viene raffigurato come un serpente dotato di manie  zampe, con una testa di forma umana. Sarebbe stato il più importante degli angeli, e come tale, possedeva un numero doppio di ali. Alcuni lo identificano con l'angelo della morte, e perciò è rappresentato anche con in uan mano una spada oppure con arco e frecce.

Gallina Nera

É sacrificando una gallina nera a mezzanotte in un quadrivio deserto che si impegna il diavolo a venire a fare il patto.
Bisogna pronunciare uno scongiuro, non voltarsi affatto, fare un buco per terra, spandervi il sangue della gallina e sotterrarvela. Il giorno stesso, ma di solito nove giorni dopo, il diavolo verrà e darà del danaro; oppure farà dono al sacrificatore di un'altra gallina nera che è una gallina dalle uova d'oro. 

I dotti ritengono che quelle speciali galline donate dal diavolo siano in realtà dei demoni. 
L'ebreo Samuel Bernard, banchiere alla corte di Francia, morto a novanta anni nel 1739, e di cui si vedeva il palazzo a Parigi, in piazza delle Vittorie, si dice possedesse una gallina dalle uova d'oro da lui circondata delle più grandi cure; morì pochi giorni dopo la sua gallina lasciando trentatré milioni di franchi d'oro.

Basilisco

Piccolo serpente lungo mezzo metro, conosciuto solo dagli antichi. Aveva due spironi, testa a
cresta di gallo, ali e una normale coda di serpente. Taluni dicono che nasce dall'uovo di una gallina covato da un serpente e da un rospo. Boguet, al capitolo XIV dei suoi Discorsi sugli stregoni, lo fa derivare dall'accoppiamento del rospo col gallo, come il mulo nasce da un asino e da una giumenta.
É ancora opinione diffusa nelle campagne che i vecchi galli fanno unn uovo dal quale nascerà un serpente; ora tutti sanno che quel piccolo uovo imperfetto non è che l'effetto di una malattia delle galine e che l'assurdità di quelle storie impossibile non ha bisogno di essere dimostrata.
É probabile che gli antichi nelle loro esperienze, abbiano preso delle uova di serpente per uova di gallo.
Come che sia si ritiene che il basilisco possa uccidere con lo sguardo; e si cita non so quale storico che racconta come Alessandro il Grande, avendo posto in assedio una città dell'Asia, un basilisco, dichiaratosi solidale con gli assediati, si piazzò in una cavità dei bastioni e gli uccise fino a duecneto soldati al giorno. Una batteria di cannoni non avrebbe potuto far di meglio.
M. Salgues dice:
«É vero che il basilisco può darci la morte, noi possiamo rendergli la pariglia presentandogli la faccia lucida di uno specchio: i vapori avvelenati che lancia dagli occhi andranno a colpire lo specchio e, per riflessione, gli rinvieranno la morte che voleva dare. É Aristotele che ci insegna questa particolarità.»

Dei sapiendi hanno guardato in faccia il serpente che oggi viene chiamato basilisco, e che non
ha gli accessori di cui lo avevano abbellito gli antichi; malgrado tutte quelle vecchie storie, sono usciti dall'esperienza in ottima salute. Ma, come abbiamo detto, il rettile al quale i moderni danno il nome di basilisco, senza alcun dubbio, non è il basilisco degli antichi; poichè vi sono delle razze estinte.

Invisibilità - come rendersi invisibili -

Per rendersi invisibili basta portare sotto braccio il cuore di un pipistrello, o quello di una gallina nera, o di una rana.
O ancora, come prescrivono i libri di magia, rubando un gatto nero, comprando un orcio nuovo, uno specchio, un accendino, una pietra d'agata, del carbone e dell'esca, e avendo cura di andare ad attingere dell'acqua a una fontana a mezzanotte precisa; dopo di che accenderete il fuoco, metterete il gatto nell'orcio che terrete coperto con la mano sinistra senza muovervi nè voltarvi indietro, qualunque cosa accada; fatto bollire il gattoi per ventiquattro ore, sempre senza muovervi e voltarvi indietro, versatelo in un piatto nuovo e staccatene la carne gettandola sopra la spalla sinistra, pronunciando le seguenti parole:


Acciupe quod tibi do et nichil amplius.



Metterete quindi una dopo l'altra le ossa sotto i denti, dalla parte sinistra, guardandovi nello spechio; e se l'osso che state maneggiando non risulta esseren quello buono, gettatelo via, dicendo le stesse parole sinché non capiterà quello giusto.
Appena non vi vedrete più nello specchio andatevene, cammiando all'indietro.

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